Il telefono viola si propone di fornire CONTROinformazioni alle persone che hanno a che fare con la psichiatria, di raccogliere denunce e se possibile intervenire nei casi di abusi come ad esempio l’elettroshock, la psicochirurgia, la massiccia somministrazione di psicofarmaci, i maltrattamenti perpetuati all’interno e fuori dei reparti psichiatrici.
E’ attivo in caso di trattamenti sanitari obbligatori (TSO), fornisce assistenza legale in caso di interdizioni e di inabilitazioni.
Non ci sono specialisti, (né assistenti sociali, né psichiatri né psicologi), ma persone che considerano la violenza autoritaria della psichiatria come uno dei metodi adottati per punire chi non si omologa o e per emarginare chi dà fastidio.
Chi risponde al telefono lo fa in modo assolutamente spontaneo e al di fuori di qualunque modalità precostituita di sapere e competenza professionale.
Più in generale il telefono mette in discussione i pregiudizi, in particolare quelli sulla presunta diversità dell’altro, e si oppone a qualunque pratica che faciliti la coercizione della volontà e sia contraria alla dignità delle persone.
Pensiamo che sia importante riuscire a demistificare la pretesa scientificità della psichiatria, che costituisce uno strumento di controllo e repressione teso alla conservazione e al rafforzamento dei rapporti di potere esistenti nella società.
Il Telefono Viola è autogestito e autofinanziato.
Il campo d’azione è prevalentemente territoriale per consentire rapporti più umani e meno formali e facilitare gli interventi diretti.
I vari gruppi nelle diverse città italiane, pur essendo in collegamento e in collaborazione, sono indipendenti tra di loro e promuovano iniziative nelle scuole, nelle università, nei reparti psichiatrici, nei manicomi criminali, nei convegni di psichiatria ed in ogni altro luogo dove la psichiatria si manifesta.